TEST e recensione di Egret One, il monopattino elettrico!
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- Categoria: NOVITÀ MOTO
- Pubblicato Mercoledì, 03 Giugno 2015 21:52
- Scritto da Matteo "ufo" Bucchi
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Egret One è un monopattino elettrico prodotto da Walberg Urban Electrics GmbH pensato per la mobilità in aree dove non vi siano regolamentazioni del traffico, in particolare aree private, aeroporti, spazi fieristici, parchi. Ne abbiamo già parlato in un recente articolo, dove vi avevamo promesso che l'avremmo provato per voi. Detto fatto, noi di ecoAutoMoto abbiamo avuto l'opportunità di sperimentare una mobilità tutta nuova, testando Egret One per una settimana, soprattutto in parchi e proprietà private.
Ricevuto con tempi di consegna brevissimi (che già danno una bella immagine di affidabilità del prodotto e dell'azienda tedesca), il prodotto si presentava in una scatola robusta e dal packaging ricercato in nero opaco e lucido, adatto ad un prodotto di fascia alta. Stessa scelta quasi monocromatica per il monopattino, con nero satinato dominante e poco elementi in blu (come display e cerchi) o bianco (come il logo sulla pedana). Il primo impatto con Egret One è subito rassicurante: le sue dimensioni (97 x 56 x 117 cm da aperto, 93 x 14 x 30 cm una volta richiuso) danno l'idea di un mezzo robusto, stabile ed affidabile. Chi sta immaginando il classico monopattino per ragazzi è completamente fuori strada, qui si parla di un mezzo completamente differente e di altissima qualità.
Una nota a parte merita il design ricercato e la cura dei particolari. Tutti i componenti sono perfettamente integrati, a partire dalle manopole cucite e con disegni ricercati anche sul profilo laterale. La leva del freno poi, con inserti in gomma ed un campanello integrato, raggiunge un livello di cura quasi maniacale. Sulla parte destra del manubrio troviamo, invece, un display retroilluminato che riporta distanza percorsa, livello di carica e velocità, oltre al pulsante di accensione ed alla leva dell'acceleratore. Quest'ultima si comanda con l'indice, una scelta, a nostro modo di vedere, piuttosto insolita. Ci saremmo aspettati un più comune (e comodo) comando tramite pollice, come su quad e motoslitte. in ogni caso, il motore elettrico riceve il segnale dalla leva solo se ci si dà prima una spinta con il piede, cosa che evita pressioni involontarie (il monopattino può essere usato anche in modo "classico" con la spinta del piede, se lo si desidera).
Ci sono altri particolari degni di nota, ne citiamo un paio: da richiuso lo scooter elettrico poggia su piedini che ne impediscono il ribaltamento, mentre da aperto è presente un comodo cavalletto che evita di dover trovare un muro o altro supporto per mantenere lo scooter o, peggio ancora, di dover richiudere ogni volta il monopattino. All'anteriore sono poi presenti due ammortizzatori laterali, mentre nella versione S (non testata) è disponibile anche l'ammortizzatore posteriore.
Il mezzo è sicuramente molto divertente da guidare. La velocità è soddisfacente, forse anche eccessiva. La massima che abbiamo raggiunto si aggira intorno ai 25 km/h. In ogni caso, la facilità d'uso è evidente: l'abbiamo fatto provare anche a persone che non erano mai salite su un monopattino (nemmeno quelli da bambino) e non hanno avuto alcun problema ad utilizzare Egret. Su superfici lisce, asfalto e marciapiedi con mattonelle gli ammortizzatori funzionano egregiamente, sul pavé le vibrazioni cominciano a farsi sentire se si esagera con la leva dell'acceleratore. In ogni caso la maggior parte del peso di Egret è concentrato nella parte inferiore dove è situata la batteria; quest'ultima ha tempi di ricarica di circa 4 ore, per un'autonomia approssimativamente di 25 km.
Passiamo ora a parlare di qualche difetto che abbiamo riscontrato. In primo luogo, le dimensioni generose e rassicuranti sono causa di un peso non indifferente (circa 15 kg). Per un uomo adulto non è un grosso problema, grazie anche al telaio che, ripiegato il monopattino, può essere usato come comoda maniglia (anche se portarlo su e giù per 3 piani di scale possiamo assicurare che alla lunga stanca chiunque!). Il problema, in ogni caso, possono averlo le donne o i ragazzi più giovani. Anche caricarlo nel bagagliaio della macchina può essere difficoltoso, rendendolo poco pratico ad essere trasportato.
L'altro grande difetto è dovuto al fatto che, al momento, il suo utilizzo è limitato per lo più a spazi privati ed aree non aperte al traffico. Si può concludere che il prodotto garantisce sicuramente massimo comfort negli spazi dove esso si può utilizzare, ma può essere un problema utilizzarlo in città (anche se c'è sicuramente una certa tolleranza da parte delle forze dell'ordine). In difesa di Egret One, possiamo dire che anche altri mezzi di trasporto moderni soffrono un buco normativo. In ogni caso, ci sentiamo di suggerire l'utilizzo di Egret in fiere, fabbriche o parchi privati. Rispetto ad altri mezzi alternativi presenta diversi vantaggi. Rispetto ad una bici elettrica, ad esempio, è meno ingombrante e più facile per salire e scendere. Rispetto ad un Segway è più facile da utilizzare e da trasportare. Funziona discretamente anche in salita, ma non aspettatevi miracoli, la velocità è fortemente ridotta.
La nostra esperienza con Egret è stata senz'altro molto interessante e, per così dire, unica. Sulle strade private e sui parchi, Egret ha attirato l'attenzione di tutti, per la sua qualità, le sue dimensioni, la sua velocità e sicuramente perché è poco comune trovarlo in giro. Impossibile non attirare gli sguardi della gente a bordo di Egret One, conferendo anche un'aria alternativa e di esclusività a chi lo utilizza. La scelta ecologista, anche in questo caso, è molto apprezzata dalla massa.
Concludendo questa recensione, possiamo dire che, secondo noi, Egret One vale ogni euro del suo prezzo (fino a 1.349 € per la versione S), ma la scelta di acquistarlo deve essere valutata attentamente in base alle proprie esigenze. Sicuramente consigliato per l'uso in aree fieristiche ed industriali, un po' meno per l'uso privato in città. Se, infatti, per quanto riguarda l'omologazione su strada non resta che attendere l'adeguamento delle normative, per quanto riguarda il peso ci auguriamo che gli ingegneri della Walberg si adoperino per ridurlo il più possibile.