Come i consumatori vorrebbero l'auto del futuro, l'analisi di Deloitte
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- Pubblicato Domenica, 28 Aprile 2019 16:37
- Scritto da Matteo "ufo" Bucchi
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Deloitte Italia è una tra le più grandi realtà nei servizi professionali alle imprese. Attiva dal 1923, si occupa di numerosi settori, dalla consulenza finanziara alla revisione contabile, effettuando anche ricerche di mercato per analisi degli scenari economici e dei rischi. Una di queste ricerche è stata riassunta nell'articolo "L'auto del futuro, secondo i consumatori", tratto dai risultati della Global Automotive Consumer Survey, un sondaggio che annualmente tasta il polso di oltre 20.000 consumatori in 17 paesi.
L'articolo di Deloitte Italia, in particolare, riporta numerose tendenze globali ed altre specifiche del nostro Paese relative alla guida autonoma. Tra le informazioni più interessanti scopriamo che c'è sfiducia verso le tecnologie di guida autonoma, con il 29% degli italiani che non ritengono sicure le soluzioni più all'avanguardia, come il Tesla Autopilot. A livello mondiale si registrano percentuali analoghe. Per 1 italiano su 2 (53%), le ragioni sono dovute alle notizie di incidenti che hanno coinvolto i veicoli a guida autonoma e per questo la maggior parte degli intervistati (63%) vorrebbe un livello di controllo "molto elevato" su queste tecnologie.
Solo il 36% degli italiani vorrebbe che le tecnologie di guida autonoma fossero sviluppate dalle grandi case automobilistiche tradizionali, mentre il 30% preferirebbe che ad occuparsene fossero i brand tecnologici più famosi (Google, Apple, Microsoft, ecc.). Giorgio Barbieri, Senior Partner Deloitte e Automotive Sector Leader, commenta così i risultati: "L'interesse dei consumatori per la tecnologia a guida autonoma ha subito un brusco rallentamento a livello globale, ma i dubbi e i timori relativi alla sua sicurezza potrebbero essere alleviati dal rafforzamento degli standard qualitativi e dalla formulazione di un nuovo quadro normativo, per il quale i governi dovrebbero assumere un ruolo di leadership. Ciò consentirebbe inoltre all’industria automobilistica di convergere verso standard chiari e soluzioni tecnologiche condivise, riducendo al contempo i costi di compliance normativa”.
Più rassicuranti i risultati relativi alla mobilità ibrida ed elettrica. Ben il 41% degli italiani si dichiara favorevole a questa soluzione, una delle percentuali più alte al mondo. Per la precisione, l'Italia è terza, dietro ai paesi asiatici: Giappone (44%) e Cina (46%). La sfida elettrica sembra quindi essere trainata da Asia ed Europa, mentre negli Stati Uniti, forse anche per il minor costo dei carburanti tradizionali, solo il 22% degli intervistati preferisce la mobilità ibrida/elettrica. Barbieri commenta così questi numeri: “Vale la pena sottolineare il fatto che i consumatori italiani si dimostrano più aperti ed entusiasti, rispetto alla maggior parte degli altri paesi, nei confronti del nuovo trend della mobilità ibrida/elettrica. Compito dei player tradizionali è saper innovare e continuare a investire in R&S per cogliere questa opportunità e non rimanere indietro rispetto alla futura crescita del comparto a livello mondiale”. Il riferimento ai grandi giganti, come FCA, ed ai piccoli Golia, come Tesla, è evidente.
Infine, risulta interessante analizzare quanto emerso sulla connettività di bordo. L'Italia, infatti, è ancora una volta ai primi posti a livello mondiale (con il 60%) per la preferenza verso un'elevata connettività dei veicoli. Questo, forse, anche per lo scarso timore verso la raccolta di dati personali a bordo dell'automobile, che preoccupa solo il 31% degli intervistati. Ne consegue che gli italiani sono al primo posto in Europa (con il 72%) tra gli intervistati che si dichiarano disposti a pagare un sovrapprezzo per avere una più estesa connettività di bordo. Riportiamo ancora una volta le parole di Barbieri su questo tema: “A livello globale, i consumatori potrebbero non essere pronti a pagare un sovrapprezzo per la maggiore connettività a bordo, soprattutto a causa delle preoccupazioni legate alla raccolta dei dati personali; l’Italia si muove però in controtendenza, rivelando una predisposizione nettamente più alta rispetto agli altri Paesi. La chiave per realizzare una mobilità sempre più connessa risiede nella capacità di coinvolgere soprattutto i consumatori più giovani, invitandoli ad adottare le soluzioni più innovative e a consolidare il trend sul mercato; tutto ciò nell’ipotesi che i vari player del mercato possano continuare a investire abbastanza a lungo per consentire a questa trasformazione del mercato di realizzarsi intercettando le reali esigenze dei consumatori”.
E voi cosa ne pensate? Ritenete questi risultati veramente rappresentativi della situazione italiana? Cosa avreste risposto al sondaggio se aveste avuto la possibilità di parteciparvi? Scrivetecelo nei commenti!